I misteri della Grotta d’Orlando [VIDEO]

La Grotta d’Orlando

Parco Lucus Angitiae

Marsica

La tradizione popolare luchese lega questa grotta a favolosi “tesori” che qui sarebbero stati nascosti dai briganti.

Il toponimo “Grotta d’Orlando” prenderebbe origine dai miti popolari sui cavalieri di Carlo Magno. Secondo altre interpretazioni il nome attuale deriverebbe da una corruzione del nome originale che sarebbe “Grotta urlante”: secondo questa ipotesi il nome deriverebbe dagli ululati prodotti dalla circolazione del vento nella cavità.

All’interno conserva un antico abbeveratoio realizzato con un tronco di legno scavato, che raccoglie l’acqua di stillicidio all’interno della grotta.

La Grotta è di origine carsica e, molto probabilmente, fa parte del sistema dei Centopozzi.

Il sistema dei Centopozzi, purtroppo scarsamente studiato ed esplorato, è di estremo interesse geologico e speleologico. L’area è estesa decine di ettari e si sviluppa tra i 1400 e i 1600 m.

Il sistema carsico si apre nella porzione medio- superiore della dorsale montuosa, in corrispondenza di rocce carbonatiche del Cretaceo inferiore.

Si tratta di un sistema misto, con fenomenologie di tipo epigeo, cioè carsismo di superfice con doline e karren, e ipogeo, cioè carsismo sotterraneo con pozzi e grotte.

L’insieme di grotte e cunicoli, tuttavia, deve essere collegato in modo continuo con altri sistemi. Tali ipotesi si basa sui flussi d’aria a circolazione stagionale, individuabili sia in superficie (sfiatatoie), sia all’interno dei pozzi e delle grotte.