Il senso di speranza e rinascita che l’arrivo della Primavera porta insito in sé

 

Il tiepido sole riscalda la fredda e umida terra: dal profondo cerco di risalire, di farmi strada per godere del tepore di questa meravigliosa stella. Ma gli ostacoli sono tanti: mi serve molta acqua…. Ma ecco finalmente riesco a spuntare dal terreno…Aria! Aria di Primavera! E’ tempo di rinascere!

Così sarebbe la didascalia del timelaps della nascita di un fiore: una magia che ogni anno, con L’Equinozio di Primavera (21 Marzo, giorno più, giorno meno) si ripete e dà vita alla meravigliosa sinfonia di colori, suoni e profumi che la Natura ci regala.

La Primavera è vista come la stagione della natura, dei risvegli e delle rinascite.

 

Oltre a questa lapalissiana, ma sempre sorprendente funzione di rinnovamento, non tutti conoscono alcune curiosità sull’Equinozio di primavera, miti e leggende che si perdono nelle pieghe del tempo ma che si prestano ad orecchie curiose e a racconti intorno ad un fuoco.

Innanzitutto bisogna precisare una cosa che stuzzica quasi sempre l’attenzione di molti: l’Equinozio di primavera non capita mai lo stesso giorno perché dipende dal ciclo di rivoluzione della Terra intorno al Sole, che ogni anno dà uno scarto di 0,2 giorni. Quindi, stando a questo, l’Equinozio è una data “mobile”: cade di anno in anno sempre prima. E non è un fatto da poco, considerando che la festività della Pasqua, originariamente, dal Consiglio di Nicea del 325 d.C., dipende proprio dalla data dell’Equinozio: cade la prima domenica dopo la prima luna piena seguente ad esso. Comunque, a parte le notizie scientifiche ad esso legate, il nome stesso dell’evento ci suggerisce già qualcosa di magico: AEQUA NOX, notte uguale; il giorno e la notte hanno la stessa durata. Si parla di equilibrio tra luce e tenebra.

Per questo motivo a tale evento viene dato un forte valore simbolico, a partire dai Maya fino ad arrivare ai Cinesi. Molte sono le tradizioni e feste pagane legate a questo periodo: l’alba, la vita che rinasce sono leit motif che si ripropongono in ogni cultura e in ogni epoca.

Partiamo dai Maya, la cui cultura ha sempre affascinato gli studiosi e gli storici di tutto il mondo.

Guardando la Piramide sacra di Chichen Itza in Messico durante l’Equinozio, si può assistere ad un misterioso spettacolo. Al tramonto l’angolazione della luce crea una immagine che sembra un serpente volante; e il fenomeno diventa ancora più mistico se si pensa che la piramide è un tempio dedicato proprio al Dio Serpente Piumato, Quetzacoatl.

Gli antichi egizi, neanche a dirlo, hanno allineato la Grande Sfinge al sorgere del Sole; e gli antichi Greci credevano che Persefone, Dea della primavera rapita da Ade e prigioniera negli Inferi, nel giorno di Primavera potesse tornare sulla Terra e camminare tra gli umani.

Di particolare interesse la leggenda spagnola che narra di fate (Anjanes), che durante la notte dell’Equinozio escono dai loro nascondigli e cominciano a prendersi cura dei boschi e delle foreste. Comunicano con l’acqua, aiutano gli animali feriti, curano gli alberi danneggiati e affollano le colline danzando con il vento. Se un umano, durante una passeggiata trova un petalo di rosa, sarà fortunato per tutta la vita perché si pensa sia un pezzo delle vesti di queste fate. A prova della loro esistenza.

Credenze o fatti realmente accaduti, una cosa c’è da sottolineare. E in questo particolare momento per l’umanità intera, è importante che non si dimentichi: solo la Natura ed un ritorno all’essenziale, al vero, all’autentico e al semplice, nel rispetto di tutte le creature, può farci tornare a respirare profondamente per capire il senso della vita…Il senso di speranza che l’arrivo della Primavera porta insito in sé, è la chiave con cui possiamo svegliarci dal torpore invernale e respirare a fondo la Natura che ci circonda.

di Silvia Collalti