Eccomi. Il volo dell’aquila

Fotografia. Gianluca Damiani

Eccomi. Il volo dell’aquila

Sono in un nido sicuro, costruito su una parete rocciosa strapiombante, e guardo sotto di me. Ho paura.
Sento un sibilo nel cielo; grandi, grandissime ali fendono l’aria. Le vedo arrivare verso di me, sempre più vicine. Sono semplicemente, maestose.

Eccola.

Un manto di piume avvolge tutto il mio corpo e tutti i miei timori spariscono; ora so chi sono e perché sono lì.

Alzo lo sguardo. La osservo.

Vedo il suo profondo iride marrone, il becco grigiastro e nero verso la punta e grosse e scure unghie. Vedo il suo aspetto fiero e selvaggio e tanto famigliare.
Lancio un debole suono per far sentire la mia voce.

Fotografia. Gianluca Damiani

Mi accorgo, guardando dal mio nido in un anfratto della montagna, che mi sento pesante, consapevole della mia fragilità, sento di non avere ancora la forza per dispiegare le mie piccole ali e seguire i miei genitori.
Però li vedo, lì, nel loro volo leggero e deciso.

Ecco che allora, comincio a battere le ali, respiro, prendo forza e coraggio, e trovo finalmente quella leggerezza che appartiene al mondo da cui provengo e in cui vivo e… mi tuffo nel vuoto…
Dispiego le ali, le distendo.

Mi controllo. Non mi sento più pesante. Ora finalmente riesco anche io a volare.
È una sensazione indescrivibile, devo padroneggiare il vento e conoscerlo in tutti i suoi aspetti.
Questo ho capito: come una sorta di vela, le mie ali possono cambiare direzione e scegliere di andare nella direzione a cui mi sento attratto.
Sono io, solo io, che decido e dirigo elegantemente il mio volo e il mio corpo. Per poi, planare solennemente.

Fotografia. Gianluca Damiani

Distintamente mi riconosco sempre di più nel mio volteggiare, così naturalmente, senza dubbi e con sicurezza.
Felice.
La mia vista è potente, acutissima. Posso guardarti dall’alto delle vette e scrutare ogni tuo movimento.
Il mio sguardo è padrone del mondo selvaggio, ma non ho nessuna pretesa, e in me non c’è la tirannica ambizione di conquistare ogni luogo della Terra.

Il mio volo libero è come l’alba e il tramonto che annunciano l’arrivo del giorno e della notte. Vive senza farsi sfuggire gli infiniti doni che ci vengono dal Presente.

È poesia che stravolge… in questa società delle apparenze.

Ad ogni mio battito di ali, ad ogni mio planare, il mondo, questo mondo, si mostra a me. Lo vedo in quello che può essere realmente. Non come un debole sentimento fugace, ma come la forza dell’amore.

Non domandarti perché volo. Domandati perché ho iniziato a volare.

Da quando ho deciso di volare, da quando ho imparato a volare, desidero essere ciò che sono:
Un’Aquila reale, la regina del cielo e grido senza filtri la mia bellezza.

di Ercole Wild

Fotografie gentilmente concesse dal fotografo naturalista Gianluca Damiani

Fotografia. Gianluca Damiani