Solstizio d’estate: trionfo del sole e della luce sul buio della notte

Solstizio d’estate: trionfo del sole e della luce sul buio della notte

20 giugno. Anno imprecisato, al crepuscolo.  Persone che ballano intorno un falò. L’aria è densa di fumo e scintille, ma nel cielo terso, le stelle brillano come non mai, come se questa notte fosse l’ultima da illuminare. Con il loro bagliore quasi “riverente”, sanno che devono preparare il risveglio del dio Sole.

 

Più in là, sulla collina, un altro gruppo di persone attende questo risveglio all’interno di un’artificiale formazione rocciosa: non naturale, contaminata dalla mano umana, ma assolutamente perfetta, inesorabilmente misteriosa.

E’ ormai il 21 Giugno. E’ l’alba del solstizio d’estate, uno dei momenti dell’anno più attraenti, più magici, con un potenziale mistico da far arrossire il Sabbath.

Un fascio di luce attraversa un portale ed illumina l’altare al centro del complesso roccioso. Nulla è lasciato al caso, e così la magia ha inizio, il Sole si manifesta all’uomo…

Sogno, realtà, fuoco, acqua…in questo giorno i confini tra ciò che tocchiamo e ciò che pensiamo possa esistere, si fanno improvvisamente più sfocati, quasi a svanire: un matrimonio speciale, in grado di generare energia positiva e provvidenziale per l’intero creato.

E’ proprio il Sole il fulcro di tutti i culti e di tutte le celebrazioni, tutte propiziatorie ed esorcizzanti, il cui simbolo terreno non poteva che essere il fuoco: con la sua potenza calda, avvolgente devastante. In fondo il Sole  è suo stesso avo. La luce trionfa, le tenebre vengono scacciate e si può inneggiare alla vita!

Questo giorno rappresenta in tutte le culture, per quanto esse opposte siano, un momento di grande connessione con il divino, un portale con cui l’uomo, insieme alle sue mille domande sull’esistenza e sul Creato, si spinge più vicino al piano etereo. E chi ne coglie l’essenza incantata può, e sa, che goderne nelle alture della montagna, o in ombrosi e freschi boschi, è un’esperienza che purifica e fortifica l’anima. Provare per credere: piedi a terra e naso all’insù…

 

Di Silvia Collalti e Ercole Wild